1.
la guardò con riconoscenza e tenerezza. L'esile figura ossuta: La sua salvezza! Distribuiva ad ogni passo, con lo sguardo buono ma determinato. E dentro di sé, alleato nel sanare la piaga della fame a , la città dell'infanzia perduta nei meandri della povertà atavica.


Madre Angela , Samir , Calcutta , amore , Dio


2.
Era una , non abituata alla vita e agli odori e alla dell'India. Non credettero ai loro occhi: era un con gli occhi semiaperti e lo sguardo fisso. La sua posizione indicava un atteggiamento di . Da chi? Da che cosa?
"Cosa ti è successo ? Che ti ha ridotto in questo stato?" chiese madre Angela.


Difesa , bambino , figliolo , novizia , povertà


3.
"Non ti preoccupare, Samir, ci occuperemo noi di te, con la del buon Dio. Non sei solo, hai trovato una grande che si curerà di te e ti sosterrà sempre ", lo rassicurò suor Letizia, la . Era nella missione da alcuni anni. Di famiglia benestante, aveva abbandonato il benessere , il cibo abbondante e saporito della sua calda .


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4.
Tutti pregavano e ringraziavano a modo loro, secondo la loro , in assoluta libertà. Questo stupì Samir. Uomini e donne di religioni diverse diversi erano lì riuniti attorno al cibo, in Adoravano ognuno il loro Dio e avevano un rapporto molto particolare con ciò che mangiavano. Il trascendeva il cibo, non sembrava nutrire solo il loro corpo. C'era qualcosa di che gli sfuggiva. Cos'era? Lo chiese, dopo il gioioso e inatteso pasto, a un vecchio , col viso scavato e gli occhi dolci.
"Il cibo è energia che si trasforma, si mescola alla nostra energia. Il cibo vivo dà allo spirito e si integra con parsimonia e naturalezza al corpo fisico", rispose l'uomo felice di appagare la del ragazzo.


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5.
“Finalmente ti sei svegliato, dormiglione!” lo schermì con gli occhi neri brillanti di .
“Si, suora, qui è così bello!” rispose accennando un che lo colse di sorpresa.
"Sono suor Letizia. Mi hanno dato questo nome perché mi piace alla gente. Beh, per me è naturale. E poi aiuta gli altri ad aprirsi alla vita. È quasi un incitamento a vedere con gioia e tutto ciò che è attorno a noi: uomini e cose".
"E vero! Lei ha questo " .
«Oh, suvvia, dammi del tu e non mi adulare", si imbarazzò la suora non avvezza ai e deviò il discorso sul motivo per cui era lì in quel momento: assicurarsi della del ragazzo

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6.
Mia madre era molto attenta a quello che e come cucinava, prima di mangiare ci obbligava a lavarci e a cambiarci per il cibo della vita e ci impediva di parlare durante la consumazione del pasto. Questa era la regola più difficile da per me e per i miei fratelli. Venivamo con severità da mamma e papà quando scambiavamo qualche parola sottovoce. Però quando il barfi, delizioso torrone bengalese o il mansour, dolcetti di farina di ceci, fatti da mia madre, nessuno . Erano buoni, molto buoni ed eravamo concentrati solo a il buon sapore.


Mangiavamo , cucinava , gustarne , accogliere , parlava , guardati , rispettare

7.
“Quando sono fuggito dal cattivo , ho cercato la mia famiglia. Invano. Non c’era più! Sul marciapiedi sconosciuti bivaccavano nel caldo torrido. Dei miei familiari nessuna traccia e nessuno dei presenti aveva loro . Nessuno si ricordava di loro. Capii che quello era un luogo di passaggio per altri più sicuri in altre parti della città. Iniziai una lunga per giorni e giorni. Ero stanco e affamato ma della mia famiglia nessuna notizia. Allora decisi di dirigermi verso la montagna di . Avrei trovato qualcosa da mangiare: gli avanzi del ricco.


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